A Nightmare on MY street: Quando Freddy Krueger trascinò in tribunale il principe di Bel Air
Durante gli anni ’80, l’hip hop e il rap diventarono generi mainstream e decollarono clamorosamente. Dove ti giravi che ti rigiravi era tutto un fiorire di gente con le tute in triacetato, cuffie walkman alle orecchie, e «Yo man! Come butta fratello?». In più c’era un fesso su DEEJAY TELEVISION, con la faccia slavata e una lisca nel parlare che levava di sentimento che si era autoproclamato paladino dell’Hip Hop e aveva sempre degli idiotissimi cappellini da Baseball con su scritta una sola parola “BOY“.
Essendo un fenomeno prettamente amerrigano, noi piccoli omini della provincia denuclearizzata non lo capivamo neanche per una cippa, ma in compenso ci piacevano tanto i cappellini, e quelli li compravamo a zillioni dal nostro venditore tarocco/marocchino di fiducia. Ma a parte l’estetica, con tutti quegli orpelli dorati e scarpe Adidas, l’ascesa del fenomeno accese delle incredibili passioni e spronò il mondo della musica a fare un passo avanti nella sua evoluzione. Molti inizialmente lo osteggiarono, altri lo amarono subito alla follia. Di fatto in città c’erano nuove forme di danza, un livello di espressione poetica senza precedenti, e l’evoluzione della musica elettronica alla velocità della luce .
Dice: “Ma che c’entra Freddy Krueger?“. Quello, caro mio, negli anni 80 c’entra sempre, e se continui a leggere lo saprai.
Ma se qui da noi il fenomeno cominciò intorno alla metà degli anni ’80, laggiù oltre l’oceano, dove i Ggiovani andavano in giro a disintegrare le cassette della posta con una mazza da baseball sporgendosi dai finestrini delle macchine in corsa, era già partito molto prima, e tanti artisti di diversa caratura componevano canzoni sui temi più disparati. Per cui succedeva che dei rapper cantassero canzoni in cui dichiaravano la loro personale ammirazione per certi film slasher, per i mostri giganti, per il soprannaturale. Così ben presto ogni mostro, creatura ultraterrena e non morta cominciò ad avere una sua attiva rappresentazione hip-hop.

YO!
Fu così che due giovani e ancora imberbi rapper conosciuti con il nome d’arte di “D.J. Jazzy Jeff” e “The Fresh Prince”, nel 1988 registrarono e pubblicarono una canzone dal titolo “Nightmare on My Street”, direttamente ispirata a una delle icone horror giovanili di quegli anni: la saga dei film di “A Nightmare on Elm Street”.
D.J. Jazzy Jeff invece era il Mauro Repetto nero della situazione e sarebbe finito chiuso in uno scatolone nel magazzino dell’Area 51 pochi anni più tardi, non appena il collega avrebbe intrapreso la carriera nel mondo dello spettacolo partendo da Bel Air.

E qui Freddy non la prese bene…
Risultato: Il duo venne citato in giudizio per violazione del copyright e per qualsiasi cosa fatta che avesse anche minimamente citato QUELLA famigerata serie di film di grande successo.
I due rapper allora cercarono di salvarsi in corner tentando di far includere la loro canzone nella colonna sonora di “Nightmare 4 – Il non risveglio”, quarto capitolo della saga di imminente uscita al cinema, ma la New Line, che nel frattempo aveva già negoziato la cessione dei diritti d’autore al gruppo dei “Fat Boys” per il video e la canzone rap ufficiali, rispose: «Ciccia ragazzi. Andate a farvi un giro», accompagnando il tutto con un sontuoso gesto dell’ombrello.