Troppi videogiochi in un cartone solo : i riferimenti ai vecchi videogiochi nei cartoni animati moderni. [TEEN TITANS GO!]
Mentirei spudoratamente dicendovi che non sono un grande fan dei videogiochi arcade, mi hanno dato tanto, ma che dico “tanto”. Sono stato CRESCIUTO dai videogiochi arcade?!
Durante i fine settimana degli anni 80 avrei potuto trovarmi a Viareggio come a Helsinki, non sarebbe cambiato niente, l’unica cosa che ricordo sono le ore passate dentro la sala giochi (viareggina o finlandese che fosse) davanti al cabinato di turno. Perciò fidatevi corridori: se vi dico che per me i videogiochi arcade sono una cosa fottutamente importante, sono una cosa fottutamente importante.
E lo sapete per chi sono altrettanto importanti? Per gli sceneggiatori dei cartoni animati di Cartoon Network. Dai TEEN TITANS GO! a THE REGULAR SHOW, da ADVENTURE TIME a STEVEN UNIVERSE, è tutto un fiorire di citazioni e riferimenti ai videogiochi di quegli anni là. Il risultato di tutto questo è opinabile, ma di sicuro è un buon modo per soddisfare quei figli che vogliono assistere ai cartoni animati in compagnia dei loro genitori. E ora, forza, dimenticate l’artrite e ballate insieme a me.
Alla sera l’uomo padre è stanco. Questo è un comandamento nascosto sulle tavole della legge dal Signore onnipotente. Lo si può vedere chiaramente solo mettendo la spunta sull’apposita voce: “Mostra come ti senti quando hai superato i quaranta e rincasi da una giornata di lavoro“. Perché un conto è fare i brillanti a trent’anni, che uno si spara l’aperitivo e la vita mondana è scandita a colpi di selfie, ma dopo i quaranta ragazzi miei, dopo i quaranta uno non ce la fa più e si rompe il cazzo. Se così non fosse andrei a giocare a beach volley con Paola tutti i fine settimana, guarderei tutti i concerti speed metal del gruppo di Leonardo, e aggiornerei anche il blog tutti i giorni, pensa un po’, ma l’età è quella che è, e io, come dicevo prima, sono stanco e con le balle frante.
Poi c’è il fatto che ad aspettarmi c’è la mia bambina di 5 anni, la quale non vede l’ora di starsene un po’ col suo papà, comodamente seduta sul divano per assistere alle peripezie dei suoi eroi preferiti. Ed è lì, proprio lì, che mi accorgo che la maggior parte degli sceneggiatori di Cartoon Network non deve essere nata prima degli anni ’70 (minimo) perchè i cartoni che mandano in onda sono zeppi di riferimenti ai videogiochi, sia arcade che casalinghi, popolarissimi durante tutto il decennio ’80 e buona parte di quello successivo. Anni eroici e sregolati che, come ben sa chi frequenta questo blog, hanno contribuito a gettare le basi del mercato dei videogiochi, innalzandolo a business pluri-ramificato come è adesso, con niente da invidiare a cinema e musica.
Siccome i cartoni di Cartoon Network sono tanti, oggi voglio focalizzarmi su uno dei preferiti da mia figlia, “TEEN TITANS GO!”, una nuova serie animata tratta dall’omonimo supergruppo fumettoso DC Comics e trasformata qui in una versione super-deformed per un target giovanissimo.
Il 39esimo episodio della seconda serie dei Teen Titans Go! si intitola “La stanza dei Videogiochi” e inizia con un Robin sovraeccitato che porta i Titans dentro a una specie di ponte ologrammi alla Star Trek, imponendo a tutti di usare la propria immaginazione a mo’ di allenamento psichico. A quel punto, per programmare la stanza, tira fuori una cartuccia e la inserisce in una feritoia senza che accada niente, quindi la estrae e soffia sui contatti prima di reinserirla di nuovo.
Questa operazione non significa niente per le nuove generazioni, ma per i vecchi coyote spelacchiati come il sottoscritto ha un valore nostalgico/emozionale altissimo. I possessori di un NES sanno benissimo che questa pratica era di largo uso quando, dopo l’inserimento della cartuccia, la console non riusciva ad eseguire correttamente il gioco. Sì, lo so. Il fenomeno è empiricamente inspiegabile ma è un dato di fatto che, dopo la soffiata, al successivo inserimento la console eseguisse il gioco senza problemi. Questa cosa è molto strana ed ha in sé del magico, forse gente tipo IL CASSA potrebbero fornirvi una risposta sensata senza tirare in ballo draghi, anelli e gente con le orecchie a punta.
A quel punto i Titans si ritrovano immersi in un videogioco a 8 bit dove loro stessi sono rappresentati come sprites e Robin spiega di aver preparato diverse missioni simulate per ciascuno di loro. Stella Rubia (Starfire) è la prima a cui spetta cimentarsi con la propria simulazione. Prego la regia di mandare il filmato che ci è costato decine di vite in spie Bothan.